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Flat Track

Ragazzi, come promesso (anche se in ritardo rispetto ai tempi), di seguito trovate un lungo articolo di introduzione al flat-track. Mi auguro che ne nasca una apposita sezione all''interno del forum.

"Flat-track, short-track, dirt-track. Tre locuzioni per indicare una stessa situazione: in derapata su ovali in terra, girando sempre in senso antiorario (quindi a sinistra), privi di freno anteriore. A seconda della lunghezza del tracciato o del tipo di terreno, si fa riferimento ad una delle tre locuzioni. Questa disciplina, poco conosciuta da noi italiani, nasce nei paesi anglosassoni e si sviluppa diversamente. Se in Inghilterra vede la luce all''interno degli ippodromi nei primi anni venti, con lo scopo di offrire al pubblico una nuova attrazione ove scommettere in luogo delle classiche corse dei cavalli, diverso è il discorso degli Stati Uniti. Negli U.S.A. rappresenta il vero e proprio motociclismo. Celebri i duelli negli anni settanta fra le principali case motociclistiche: Harley-Davidson, BSA, Triumph, immortalati anche dall''attore Steve McQueen nel celebre film-documentario “On any Sunday”. Negli anni ottanta sugli ovali statunitensi si formeranno quelli che poi saranno i campioni del Moto Mondiale 500 cc: Kenny Roberts, Freddie Spencer su tutti. Poi gli altri. Nei primi anni novanta, le notevoli potenze erogate dalle famigerate cinquecento a due tempi, unitamente alla loro erogazione estremamente brusca, “obbligherà” molti piloti a provare questa disciplina. Il ranch di Kenny Roberts diventerà famosissimo in quanto vi si andranno ad allenare molti piloti europei (vedi Luca Cadalora).
Da sempre, le moto sono modelli di serie opportunamente modificati. A parte tutto il superfluo per correre in pista, come impianto di illuminazione, targhe ecc., viene eliminato il freno anteriore, montati due cerchi da diciannove pollici con apposite gomme. Notevole è la differenza rispetto allo Speedway, che ha avuto notevole diffusione nei paesi dell''est europeo. In questa disciplina si utilizzano dei prototipi costruiti appositamente, privi di ogni impianto frenante.
Al momento vi è un Campionato Mondiale riconosciuto dalla F.I.M., oltre a diversi campionati nazionali. In Italia c''è il Campionato Italiano organizzato dalla F.M.I. (Federazione Motociclistica Italiana), unitamente allo stilista Alberto Fasciani, che si corre per la maggior parte su ippodromi e con moto monocilindriche.
Fino ad ora questo sport non ha avuto nel nostro paese il successo sperato per una serie di motivi, la maggior parte dei quali culturali, nonostante l''intuizione di Carlo Talamo sul finire degli anni novanta che, nel periodo di massimo splendore del fenomeno Harley-Davidson, organizzò un campionato con le Harley-Davidson 883. Eppure, si tratta di uno sport altamente formativo non solo per la guida in pista, ma anche per quella su strada. I costi sono estremamente contenuti e l''ambiente è molto friendly. Tuttavia, sembra che qualcosa stia succedendo. Si vedono sempre più preparatori che creano moto da flat-track pronte per essere usate tutti i giorni. Stante la loro connotazione, possiamo dire che rappresentano le cafe racer dei giorni nostri. Se facciamo un passo indietro nel tempo, notiamo che le cafe racers si nacquero per esigenze pratiche (avere moto leggere con le quali correre lungo le strade), sviluppandosi poi attorno ad un movimento culturale. Anche le Street-Tracker (denominazione delle moto da Flat-Track pronte per essere utilizzate tutti i giorni), nascono da un''esigenza tangibile: quella di avere mezzi economici, in grado di far divertire lungo le strade urbane, ormai dominate da asfalto dissestato, buche e terra.
A me che scrivo e che non ho vissuto gli anni sessanta, dei quali ho letto ed ho sentito solo i racconti, sembra si stia per ripetersi la nascita di un movimento legato alla nuova esigenza. Vediamo."